LA STORIA
Conserva l’impianto di borgo medievale, rappresentato dall’imponente Torre del XIV sec. che spicca nel mezzo del centro abitato. Torano prende il nome dall’antica città di Thora, celebre per un famoso tempio eretto in onore di Marte. Secondo Diodoro Siculo, il re profugo Saturno si venne a nascondere sotto il nome di Gisno in un antico castello dé Sicoli (ormai non più esistente). Questo castello era situato nella punta di un monte sopra i piani di Torano. Presso l'odierna chiesa di S. Martino profonde impressioni di ruote fatte in alcune vive pietre che confermano che qui poteva essersi rifugiato Saturno. Durante il periodo romano Thora fu una delle più importanti città degli Equi. In seguito alle lotte che gli Italici sostennero contro i romani Thora fu annessa a Roma. I cronisti romani narrano che durante l'ultima guerra con gli Equicoli il console Sempronio avrebbe distrutto in un solo anno 30 o 40 villaggi tra cui Thora. Nel III sec. d.C. Thora fu una città fiorentissima.
Il
Castello
Le prime notizie sul Castello di Torano risalgono agli inizi del XII secolo, quando un certo Annolino, figlio del defunto Oderisio, cedette, nel settembre del 1113, la sua quota di consignoria castrense, corrispondente ad un terzo, al vescovo di Rieti Beneincasa. L'episcopio reatino perse, però, rapidamente la sua porzione di Torano, posto a guardia di una importante via di comunicazione tre Roma, le aree interne dell'Appennino e l'Adriatico. Sotto gli Angioini, Torano fu donato nel 1271 a Pietro de Insula; l'anno dopo, però, con una permuta, fu devoluto alla curia regia. Il Castello passò poi a Gentile di Amiterno, che lo deteneva ancora nel 1361. Ne divennero poi signori i Camponeschi, potente famiglia aquilana, ma nel 1358, devoluto alla curia regia per la ribellione di Lalle Camponeschi, fu concesso da Filippo, principe di Taranto, ad Orsone Orsini. I Camponeschi tornarono nuovamente in possesso del Castello, facendone la loro base per contrastare l'egemonia dei Pretatti, costituita da tempo in quell'area. Il confronto decisivo si ebbe il 15 luglio del 1381 presso Torano quando si affrontarono i due schieramenti. Francescantonio Pretatti ebbe la peggio e, ferito tre volte, fu catturato. Immediatamente condotto a L'Aquila fu processato e giustiziato, e con la sua morte si estinse anche l'intera casata. Passato ai Poppleto, agli inizi del Quattrocento, fu poi venduto agli Orsini. Divenuto proprietà dei Colonna, nel 1520, il feudo toranese fu concesso da Fabrizio, al cavaliere romano Pietro Caffarelli, la cui famiglia in seguito ne cedette una quota ai Rota.
La Struttura
Il
castello di Torano fu costruito per
difendersi dalle incursioni e i massacri Saraceni. Attualmente ciò
che rimane dell’antico castello è la torre, del XIV secolo, che
si erge maestosa, quasi regina del luogo
ad ovest di Bocca di Teve. La sua
altezza raggiunge i 30 metri ed è a pianta quadrata.
Isolata,
a sud del resto del complesso medievale, presenta a circa 10 metri
di altezza, nel suo lato ovest, l’ingresso con un bel portale di
fattura gotica a cui si accedeva attraverso un ponte levatoio.
Il
tipico borgo medievale dalle mura di
cinta multiple è fornito, come appare dai ruderi, di ben 12
torrioni (rispettivamente 5 a sud-ovest del “mastio”, 3 a nord e
4 ad ovest) è situato su un colle tra Torano-Piazza
e Torano-Villa. Al castello vi si
accedeva a nord-est attraverso un’unica porta a due archi e sul
frontone del primo si ammira un affresco raffigurante il martirio di
S. Barbara. Sul “mastio”, ora privo di copertura, erano presenti
delle vaste crepe nel lato nord che sono state riparate in questi
ultimi anni.
Le
armi da fuoco, le macchine balistiche, le catapulte e le balestre,
venivano immesse e maneggiate attraverso 2 feritoie a forma di
croce, una nel lato est e l’altra nel lato ovest. Sotto al
“mastio” vi erano anche le prigioni.
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