La Storia
Posto
a quota 874 metri e collocato ai piedi
del monte Cava, ai margini della piana del Cammarone,
Corvaro è il centro più popoloso del
Comune ed è considerato il borgo medievale per eccellenza, grazie
al ruolo che ha rivestito nella storia del Cicolano. Questo centro
è costituito da un grappolo di antiche case che sembra emergere
direttamente dal cuore della roccia
ed è dominato dalla superba Rocca
che può essere considerata il simbolo del paese. Dioniso di
Alicarnasso ci parla di una città, detta Orvinio,
distante da Nersae quasi otto
chilometri, importante per la nobiltà d’animo della popolazione e
per l’imponenza delle costruzioni: la sede di questa località
deve riconoscersi in Corvaro perché qui
si osservano i resti di mura pelagiche, sepolcri, templi, acquedotti
ed altre antichità. Le prime notizie riguardanti Corvaro
risalgono agli inizi del XII secolo; le fonti rivelano che esso, nel
1100, era in possesso dell’Abbazia di Farfa.
Altre notizie possiamo attingerle dalle Visite Apostoliche compiute
a Corvaro, di cui si ha cognizione solo
a partire dal 1500, poiché non restano atti di visite precedenti,
ma, comunque, ci permettono di conoscere la vita civile e religiosa
di questo paese.
A
Corvaro vivevano una decina di sacerdoti
ed una comunità francescana. A tal proposito è bene ricordare o
informare, per chi non lo sapesse, che, intorno al 1225 in occasione
della permanenza a Rieti per curare una malattia agli occhi, S.
Francesco d’Assisi iniziò
a percorrere i castelli vicino Rieti e le zone del Cicolano,
tra cui Corvaro. Dopo un’iniziale ed
ostile accoglienza, vi fu la conciliazione tra il Santo e i Corvaresi
ai quali S. Francesco lasciò, come simbolo di pace, il cappuccio
che ancora è conservato e venerato.
Si
ricorda, inoltre, l’epica vittoria che i Corvaresi,
comandati da Marino da Poppleto,
riportarono sugli Aquilani nel 1370. Il 12 maggio 1328 Ludovico il Bavaro
destituì Papa Giovanni XXII e nominò nuovo pontefice il corvarese
Pietro Rinalducci con il nome di Niccolò
V. Questi, dopo la partenza del Bavaro
per la Germania, non avendo più chi lo proteggesse, cercò di
riconquistare le grazie del Papa Giovanni XXII, implorandone il
perdono e facendo abiura nella cattedrale di Pisa. Trascorse gli
ultimi anni della sua vita, ad Avignone, in un convento francescano
tra penitenze e preghiere. Prima del 1414 re
Ladislao costituì il contado di Corvaro,
che comprendeva i castelli di Collefégato,
Poggiovalle, Castelmenardo, due parti
del castello
di Monte Odorisio ed i villaggi di Castiglione
e di Villamaleto, oltre ad altri
possedimenti nel territorio aquilano. Primo conte risulta essere Bonomo
da Poppleto. Dopo il 1434, a seguito del
matrimonio di una discendente di Bonomo
con un Mareri, il contado passò a
Francesco Mareri.
Bisogna
tener presente che, nel 1500, Corvaro
era la sede di uno dei nove vicariati della diocesi di Rieti, faceva
parte del Regno di Napoli e con le sue 300 famiglie era, nel XVI
secolo, il più grande centro del Cicolano.
Poiché il contado di Corvaro era inserito nella Contea di Albe de Marsi, posseduta ora dai Colonna ora dagli Orsini, il primo Colonna che ebbe il dominio di tale contea fu Lorenzo, a cui, alla sua morte avvenuta nel 1423, successe il figlio Antonio. Giovanni Orsini se ne impossessò nel 1441. A seguito di vari eventi storici la contea e il contado di Corvaro che ne seguiva il destino passarono dai Colonna agli Orsini e viceversa, fino a quando Giuseppe Bonaparte abolì i feudi, nel 1806 e il duca Filippo Colonna rimase privo di tutti i beni che possedeva nel Regno di Napoli, compreso Corvaro.
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