ARCHEOLOGIA

 

Il Tumulo di Corvaro

Il tumulo si trova in località Montariolo, nella piana del Camarone. La scoperta di questa grande necropoli è stata casuale e risale agli inizi degli anni Ottanta, quando alcuni contadini smuovendo la terra con l'aratro scoprirono alcune pietre e manufatti. Da quel momento il tumulo fu oggetto di varie campagne di scavo patrocinate dalla Soprintendenza per i Beni Culturali del Lazio.

I primi insediamenti sono caratterizzati da alcuni villaggi all'interno della Piana di Corvaro, dove è presente il tumulo, conosciuto con il nome di "Montariolo", antico luogo di sepoltura di 50 metri di diametro e alto, alla propria sommità 3,70 metri dal piano di campagna. Questo monumentale tumulo non trova fino ad oggi confronti in ambito peninsulare. Attualmente sono state rinvenute 254 tombe, di epoche diverse, che coprono un arco cronologico che va dal IX al II/I secolo a.C. Si hanno inoltre le testimonianze più numerose di resti archeologici di notevole importanza relativi all'età del Bronzo e del Ferro. Il tumulo presenta una complessa struttura, costituita da dodici costolature radiali formate da pietre di grandi dimensioni. Il tumulo è caratterizzato, nel centro, da un tumulo di dimensioni minori, avente 11 metri di diametro, datato della prima età del Ferro (IX-VII sec. a.C.), che probabilmente rappresentava la tomba di un personaggio eminente. La fase successiva, datata intorno al VI-V secolo a.C., è documentata dalla presenza di tombe di soli individui di sesso maschile armati, alti anche 1,80 metri. Le sepolture prive di armi sono infatti molto rare.

Nelle sepolture delle epoche successive, di età medio-tardo repupplicana (fine IV-II/I sec. a.C.), sono frequenti individui di sesso femminile. Vi sono infatti specchi e ornamenti personali, talvolta anche di pregevole fattura, ma comunque scarsamente presenti per entrambe i sessi che ci fanno comprendere l'introduzione di un'ideologia atletica in cui rilevante è la cura del corpo.

Lo studio di questi resti scheletrici ha fatto sì che oltre al sesso e alla data di morte, si venisse a conoscenza anche del tipo di alimentazione e dei riti funebri. È stata rinvenuta, infatti, una sepoltura dove il defunto aveva accanto a sè l'animale più amato in vita: un cavallo, con lo scheletro perfettamente conservato. Si tratta di un rito funebre diffuso nel centro Italia, ma di origine orientale. Per quanto riguarda, invece, le condizioni di vita, da uno studio condotto sui resti ossei, si è potuto constatare un netto peggioramento delle condizioni di vita in età repubblicana.

Per l'età antica, infatti, si è individuata un'alimentazione a carattere misto (carne, formaggio etc...), mentre durante l'età repubblicana si è riscontrata un'evidente diminuzione nel consumo di carne a fronte di un aumento quotidiano di zucchero, come dimostrato dalla presenza di carie dentaria.

In base agli oggetti ritrovati, è stato possibile, inoltre, dividere storicamente il tumulo in tre fasi principali. Della prima fase del Tumulo (IX-VIII sec. a.C.), abbiamo un vaso d'impasto ed una fibula in bronzo, rinvenuti nella zona centrale del nucleo e quindi si classificano tra i reperti più antichi.

La seconda fase (VI-V sec. a.C.) è caratterizzata, invece, da corredi di armi in ferro, pugnali, spade, lance. Di questo periodo non si hanno oggetti di vasellame ceramico, ma si ha una grande quantità di fibule metalliche. Comunque, quasi tutti gli oggetti di questa fase sono riconducibili alla Koinè, cultura comune medio-adriatica. Infine la terza fase (fine IV-II/I sec. a.C.) è caratterizzata da un cambiamento nel costume funerario. Nelle sepolture maschili non vengono più deposte armi e vasellame ceramico. Nelle sepolture femminili, invece, compare lo specchio in bronzo, fibule in ferro, perline in pasta vitrea e raramente anelli in oro ed argento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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