LE CHIESE E I MONUMENTI

 

La Chiesa di S. Paolo in Orthunis

La chiesa è ad aula unica ed ha una pianta pressappoco rettangolare. Presenta un'abside semicircolare non visibile all'esterno, poichè racchiusa nel muro perimetrale, tra essa e la parete esterna si trova il piccolo ambiente destinato all'uso di Sacrestia. A questa si accede tramite una porta posta sulla sinistra della zona absidale. Il suddetto abside è inquadrato da un arco trionfale che sull'architrave reca la scritta latina "VENITE AD ME OMNES". Il resto della parete è decorato da elementi fitomorfi, e a destra e sinistra si aprono due libri. Nel fornice si apre un affresco, assimilabile agli affreschi aquilani della fine del XV, inizio XVI secolo, che si avvicinano alla maniera di Francesco da Montereale, probabilmente un allievo o un imitatore. La scena propone il tema devozionale della crocifissione. La croce rappresenta l'asse della composizione, a sinistra si profila la figura della Vergine dolente, mentre sulla destra è raffigurato S. Paolo, titolare della chiesa, riconoscibile dagli abiti romani e dall'attributo tipico di tale Santo: la Spada. In asse con la croce, trova il suo spazio nel timpano dell'arco dipinto che chiude la scena, l'immagine di Dio Padre, raffigurato come un vecchio canuto che tiene nella mano destra un globo bianco circondato da fasce dorate e sormontato da una croce d'oro, simbolo della cattolicità della chiesa.

Sopra al timpano c'è una Colomba bianca, da sempre simbolo dello Spirito Santo, che spicca sul fondo rosso del drappo, del quale due puttini, uno a destra e uno a sinistra, tengono i lembi, svelando così la scena sottostante. La disposizione assiale delle figure del Cristo, di Dio Padre e dello Spirito Santo, alludono al mistero trinitario, che è molto sentito nelle zone dell'Italia centrale, specialmente in questi centri.

L'affresco è interrotto da alcune strutture più tarde, che si sommano all'antico altare in pietra, ai lati del quale, si trovano degli elementi decorativi in stucco su specchiature marmoree, probabilmente coeve, o di poco successive all'affresco. Sopra di esso trova spazio un tabernacolo con struttura a tempietto, nel quale è riposta l'ostia consacrata. Negli angoli della parete, all'altezza dell'architrave dell'arco trionfale, si trovano due nicchie che ospitano le statue di S. Pietro, riconoscibile dalle chiavi, a sinistra e S. Paolo a destra. Tali statue vengono portate in processione durante la festa patronale.

L'altare che si trova al centro del presbiterio è stato costruito nel secolo scorso in ordine ai nuovi canoni per la celebrazione dettati dal Concilio Vaticano II. Sul fronte dell'altare è stato posto un basso rilievo, anch'esso risalente al secolo scorso, che rappresenta l'episodio evangelico dell'ultima cena. La zona presbiteriale è rialzata rispetto al resto della chiesa, vi si accede attraverso uno scalino, ed è divisa dalla zona assembleare da una balaustra in pietra.

La copertura è costituita da semplici capriate lignee. Le falde del tetto all'interno sono mascherate da tasselli quadrati. Essi ritmano le campate grazie a motivi triangolari di colore bruno su campo bianco. Sulla controfacciata si trova un oculo e sotto di esso c'è una struttura che probabilmente, ospitava l'organo. Questa struttura è sorretta da due colonne e si addossa alla parete della controfacciata.

La facciata presenta un coronamento rettilineo ed è scandita da piccoli conci di pietra calcarea tagliati in modo regolare. Ciò che cattura lo sguardo è il bellissimo portale che probabilmente risale alla metò del XIV secolo. Lo schema compositivo lo fa ricondurre ai coevi portali della scuola aquilana. Il portale presenta una lieve strombatura ed è scandito da colonnine tortili con capitelli in foglie di acanto. La lunetta accoglie le effigi di S. Paolo, realizzato con maioliche dipinte.

 

La Chiesa di S. Saverio

La chiesa di S. Saverio è dedicata a S. Francesco Saverio, santo compagno di Ignazio da Loyola e protettore delle missioni. Quest’ultima risale al 1880, tale testimonianza ci è data da un'epigrafe marmorea affiancata dallo stemma dei duchi Gurgo di Castelmenardo. Fu fatta erigere verosimilmente da Camillo Gurgo, infatti c'è una scritta che dedica la via proprio a questo personaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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