LA STORIA
Altitudine: 944 m
Il toponimo Cartore deriva probabilmente dalla corruzione di Castrum Thorae. In esso la popolazione di Thora, città italico-romana collocata tra Torano e Santa Anatolia, aveva trovato rifugio dopo l'invasione delle popolazioni barbare. In questa zona, però sono state trovate delle tracce di un via pubblica romana e una necropoli, quindi l'area in questione era frequentata già dal periodo pre-romano.
Lo dimostrerebbero anche i resti, forse appartenenti a un insediamento rustico trovati in località Colle Breccioso. Cartore dovette godere di molta importanza dato che, secondo Bolle papali del XII secolo era sede di una pieve, San Lorenzo, che aveva sotto la sua giurisdizione molte cappelle comprese tra i paesi di Santa Anatolia e Spedino.
Una storia popolare racconta che il borgo medievale fu distrutto a causa della guerra tra i due principi. Infatti, la popolazione di Cartore avrebbe dato riparo alle truppe di uno dei due principi e quando questo fu sconfitto l'altro si vendicò distruggendo il borgo. La popolazione, costretta a fuggire, si riunì presso il Santuario di Santa Anatolia. Il nome del principe che distrusse il borgo era Carlo d'Escia e alcuni lo identificano con Carlo I d'Angiò.
Cartore, all'inizio del XIX secolo, fu inglobato nell'area di competenza del Comune riunito di Santa Anatolia e la sua storia negli ultimi decenni del secolo è legata al brigantaggio. In questi luoghi, infatti, trovarono rifugio molti briganti grazie ai boschi impenetrabili e da qui proseguivano per le Montagne della Duchessa.
Ora Cartore fa parte della Riserva delle Montagne della Duchessa ed è luogo di molte iniziative soprattutto a sfondo pedagogico. La manifestazione più che si svolge a Cartore è la festa ecologica, il primo Sabato e la prima Domenica di Giugno. Inoltre, è possibile sia soggiornare in questi luoghi, sia fare delle escursioni, infatti la Riserva ha elaborato dei percorsi con vari livelli di difficoltà. Per l'accoglienza turistica, la VII Comunità Montana Salto Cicolano, mette a disposizione dei turisti i rifugi. Essi rappresentano la parte più suggestiva del borgo, ristrutturati, seguendo i canoni stilistici delle preesistenti costruzioni, accolgono il visitatore e lo proiettano in una particolare dimensione, nella quale il tempo sembra essersi fermato.
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